L’appuntamento con la presentazione della lettera mensile arriva proprio mentre la campagna “primeur 2016” a Bordeaux è nel suo pieno svolgimento ed è questa per noi la giusta occasione per rendervi partecipi dei nostri primi commenti relativi a questa annata di cui possiamo subito dire che è abbastanza unica nel suo genere. Un’annata cominciata di certo sotto i migliori auspici, accompagnata inizialmente da periodi molto piovosi fino alla fine del mese di giugno, al punto che i commenti dell’epoca su quello che sarebbe stato il risultato finale della vendemmia non erano particolarmente favorevoli ed incoraggianti né per i produttori né per i consumatori.
Tutto questo però senza tenere in considerazione l’ingegnosità che la Natura mette nel modificare e ribaltare completamente le previsioni fatte dall’uomo. Dal 1° luglio fino alla metà del mese di settembre abbiamo avuto un periodo di siccità con delle piogge molto ridotte se non assenti, cosa che ha certamente penalizzato alcuni terroirs di natura calcarea e sassosa così come le vigne giovani che non hanno ancora delle radici forti che affondano in profondità nel suolo. Un impatto favorevole invece lo si è avuto per quei terreni argillosi o sabbiosi che sono riusciti invece ad utilizzare e beneficiare della riserva idrica derivante dalla piovosità dei primi mesi di sviluppo vegetativo.
Ancora alcune piogge giusto nell’avvicinarsi della vendemmia a cui sono immediatamente seguite giornate con un tempo eccezionale che hanno permesso agli acini di raggiungere un grado di maturità fenolica ottimale al momento della vendemmia.
Nell’insieme quindi nessun stress idrico negativo, delle giornate calde intervallate da notti fresche, vendemmia ritardata nel suo svolgimento, per la maggior parte svoltasi ad ottobre con dei buoni rendimenti. Tutto questo ha permesso di ottenere un millesimo in generale molto buono con risultati eccezionali per molti produttori e, tutto sommato con un risultato ben più omogeneo rispetto alla vendemmia 2015 con dei vini decisamente più precisi nel loro carattere e stile.
Qualche grande riuscita del 2016: Chateau La Mission Haut-Brion, assolutamente magnifico, in questa annata l’alter ego del suo “fratello” Chateau Haut-Brion. Chateau Montrose, Chateau Lascombes, Chateau Léoville-Poyferré, Chateau La Tour-Carnet, en rive gaughe; Chateau Ausone, Chateau Cheval Blanc, Chateau Pavie-Macquin, Chateau Le Tetre Roteboeuf, Chateau Taillefer, Domaine de l’A, Chateau Jean Faure, Chateau Fombrauge, Chateau Jean Faux en rive droite; per citarne solo alcuni che ci hanno favorevolmente impressionato per le loro qualità intrinseche. In contraddizione a questo esito positivo Chateau Mouton-Rothschild ci è invece sembrato sottotono (in modo comunque del tutto relativo) rispetto alle aspettative per un’annata di tale portata, allo stesso modo si sono comportati in modo generale i grandi vini bianchi secchi di Pessac-Léognan ed i Pomerol fatte salve alcune eccezioni.
Una menzione speciale per Chateau d’Yquem che come ogni anno ha prodotto un nettare assolutamente straordinario accompagnato globalmente da una buona riuscita dei sauternes, “gourmands”, ricchi e con grande freschezza.
Abbiamo quindi la qualità ed anche la quantità (più importanti che nel 2015), l’incognita resta il prezzo di uscita. Non ci resterà che attendere ancora poche settimane per scoprire quali saranno i prezzi dei primi Chateau per questo millesimo. È chiaro che con questo livello di eccellenza i prezzi di partenza in uscita si presenteranno più elevati rispetto a quelli del 2015, e questo non solo per ragioni tecniche “enologiche” ma anche commerciali (un prezzo troppo basso bloccherebbe l’andamento delle cinque annate precedenti, tutte qualitativamente inferiori).
Osservando la situazione da un altro aspetto appare ben evidente che gli stock a bordeaux si sono un po’ svuotati, il mercato americano e il mercato cinese sono ritornati protagonisti della scena internazionale dando spazio ai presupposti di una ripresa dei prezzi nel breve termine. Nelle precedenti annate dalle caratteristiche mediocri, ovvero 2012, 2013, 2014, non abbiamo fatto acquisti di primeurs, invece alcuni acquisti molto mirati sono stati fatti per conto dei nostri clienti per la vendemmia 2015.
Considerando la qualità di questa vendemmia 2016, noi prevediamo già da questo momento il ritorno all’acquisto dei primeurs, fatto salvo il fatto di fare un’attenta e mirata selezione dei produttori e dei loro vini meglio riusciti, ben consapevoli che un contesto così ideale non si trova tutti gli anni.
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